Addominoplastica: il cambiamento della parete addominale con il passare del tempo

Dall’adolescenza alla vecchiaia l’addome cambia il suo volume, la forma, il tono muscolare e le caratteristiche della pelle e del tessuto adiposo.

Per ogni sesso ed ogni individuo l’influenza di fattori come la dieta, l’esercizio, la gravidanza, lo stimolo ormonale e altri, modificano in modo diverso tutti i componenti della  parete addominale.

Nell’addome giovane, troviamo una pelle di adeguata elasticità, “generalmente” senza  smagliature, con scarso pannicolo adiposo, distribuito in modo omogeneo e con un buon tono muscolare.

Nell’addome maturo, la pelle perde le caratteristiche iniziali, diventa meno elastica, più flaccida, appaiono facilmente le smagliature, il pannicolo adiposo aumenta a causa dell’influenza ormonale e la dieta, cambia non solo il volume, ma anche la distribuzione omogenea del grasso, con accumuli nella porzione infraombelicale, verso i fianchi e nella parte superiore, e appaiono i cosiddetti “cuscinetti”, o il “salvagente”.

Il tono della parete muscolare si mantiene grazie  alla pratica dell’esercizio fisico; la gravidanza e la sedentarietà fanno sì che i muscoli subiscano uno stiramento ed atrofia (perdita di consistenza) e vadano incontro alla perdita di questo tono, dando luogo alla comparsa della flaccidità.

L’addome diventa pendulo e molto mollo, cosa che si ripercuote direttamente sull’aspetto funzionale ed estetico.

Nell’età matura, specialmente nella donna, il cessare della funzione ormonale produce un maggior deposito di tessuto grasso nella regione addominale, cosa che ne cambia ulteriormente la forma e il volume.

Valutazione del paziente in caso di intervento di addominoplastica

La prima visita dallo specialista consiste nel dialogo con il paziente e nell’esame fisico obbiettivo, in modo da evidenziare le aspettative sull’intervento e le proporzioni corporee di ogni singolo caso, come anche le caratteristiche della parete addominale.

Il chirurgo plastico valuterĂ  tre aspetti fondamentali: la pelle, il tessuto grasso e la parete muscolare.

Il paziente sarà ampiamente informato sulle caratteristiche del suo addome, come elasticità, flaccidità, spessore del pannicolo, presenza di smagliature, tipo di pelle, forma dell’ombelico (importantissima nella globalità dell’addome), presenza di accumuli di grasso in alcune zone. E ancora lo stato clinico della parete muscolare,  la sua integrità, l’esistenza di ernie o la “separazione” dei muscoli retti dell’addome (diastasi muscolare).

Questa prima vera e propria “ricognizione” permette di indicare il tipo di chirurgia più idonea per ogni paziente e la necessità di utilizzare una eventuale tecnica addizionale (liposuzione, sutura e plicatura muscolare):

  • Trattamento della parte addominale solo con liposuzione: non esiste eccesso cutaneo, è presente unicamente tessuto adiposo (grasso); la liposuzione permette di eliminarlo e di dare una forma estetica corretta alla parete dell’addome, senza cicatrici (2-3 mm al massimo,il foro di ingresso della cannulla)
  • Plastica addominale con piccola resezione di pelle e grasso “mini plastica addominale”: esiste eccesso di tessuto cutaneo nella parte bassa dell’addome. La tecnica permette la sua resezione e una cicatrice localizzata nella parte superiore del pube, generalmente non visibile (nascosta dagli slip)
  • Plastica addominale con ampia resezione cutanea e sutura muscolare: esiste un difetto nella parete muscolare che bisogna trattare, oltre ad un grande eccesso cutaneo e e massa grassa. La cicatrice si localizza sopra il pelo pubico (7-8 cm dal clitoride nelle donne, 7-8 cm dall’attaccatura del pene nell’uomo) e si estende verso le creste iliache (l’osso che si palpa sui fianchi); dopo aver asportato l’eccesso di cute e tessuti grasso, si sutura la parete muscolare e si realizza la liposuzione del  grasso localizzato nella parte laterale e superiore dell’addome, in modo da scolpire l’addome.

A tutti i pazienti viene redatta un’anamnesi clinica completa, questa apporta informazioni essenziali pre intervento.

E’ importante conoscere l’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malattie di tipo polmonare, presenza di sovrappeso o obesità (L’ADDOMINOPLASTICA AIUTA E COMPENDIA UN CORRETTO REGIME ALIMENTARE) e tutte quelle patologie che per le loro caratteristiche potrebbero modificare il risultato dell’intervento o anche ostacolarlo, sia durante l’esecuzione che durante il post-operatorio, manifestandosi nel ritardo della guarigione, ad esempio.

Fondamentale è sapere se il paziente ha subito pregressi interventi alla parete addominale od agli organi in essa contenuti, poichè potrebbero esitare ernie, laparoceli (fuoriscita di visceri)o retrazioni cicatriziali che necessiterebbero di un’altra condotta operatoria.

Il chirurgo plastico deve anche sapere se il paziente assume farmaci, così come i precedenti allergici a qualcuno di essi, per raccomandare, secondo necessità, la sospensione dei derivati dell’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori (FANS) perché questi alterano la coagulazione e facilitano il sanguinamento durante l’intervento o dopo .

Alla fine della visita, si realizzano foto della zona su cui si interverrà e, dopo aver chiarito tutti i dubbi o le domande che desidera formulare, si chiede al paziente di firmare un documento importante per le due parti coinvolte nell’intervento, ovvero il consenso informato.

Analisi preoperatorie in caso di addominoplatica

Si richiedono sempre:

  • Emocromo e analisi generali. Queste prove permettono di conoscere l’esistenza di alterazioni nel numero dei globuli rossi (anemia), di processi infettivi in atto o recenti, di alterazioni nella coagulazione, il gruppo sanguigno – fattore RH, i livelli normali di zucchero nel sangue (glicemia) e il funzionamento di vari organi, come il rene (creatinina), il fegato (transaminasi), ecc…
  • Elettrocardiogramma: per valutare la funzione cardiaca.
  • Ecografia o tac della parete addominale