Lipodistrofia
I parametri estetici attuali hanno trasformato un’immagine atletica e snella contornata da curve soavi nel prototipo di bellezza e salute, facendo cadere quelle immagini tondeggianti e forse un po’ obese di Rubens l’antitesi della donna attuale.
Per noi quelle immagini rappresentano quello che attualmente si definisce come “donne lipodistrofiche”.
La lipodistrofia è l’accumulo antiestetico di grasso nel nostro corpo. Per anni la sua correzione è stata oggetto di discussione, poichè prevedeva tecniche che esitavano in cicatrici lunghe, grandi, talvolta mostruose, molte volte peggiori della deformitĂ precedente.Â
La liposuzione: i primi esperimenti
Il primo tentativo di rimozione del grasso per scopo estetico sembra essere quello condotto a Parigi da Dujarrier sui polpacci di una ballerina de Le Folies, ossessionata dalle gambe troppo grosse. Egli utilizzò una sorta di cucchiaio tagliente, ma nell’intervento danneggiò una vena provocando una forte emorragia che, in capo a pochi giorni, lo costrinse ad amputare la gamba.
Nella seconda metà del 1960 il medico tedesco J. Schrudde cominciò a introdurre attraverso piccole incisioni un ablatore uterino (strumento medico ginecologico usato per raschiare l’utero,) dal quale attraverso compressioni sulla cute faceva espellere grasso ed anche sangue.
Le complicazioni come gli ematomi, i sieromi e le retrazioni però erano molto importanti.
Il primo passo per migliorare la tecnica fu eseguire piccoli tagli di circa un centimetro utilizzati per l’accesso delle canule.
Nel 1974 A. e G. Fischer (padre e figlio), a Roma, furono i primi ad usare l’aspirazione (suzione) per eliminare i depositi di grasso nelle zone con cellulite (nome comune con il quale la gente chiama questa deformitĂ del tessuto grasso e della pelle), che si pensava fosse prodotta dalla presenza di “briglie” o retrazioni nel tessuto grasso.Â
Per questo, inizialmente e in modo erroneo, per il suo trattamento si usavano delle cannule taglienti con il proposito di “tagliare quelle briglie”, metodo che produsse importanti conseguenze per aver colpito nervi, vasi sanguigni e linfatici.
Nel 1976 gli svizzeri Kesselring e Meyer usarono un apparecchio tagliante motorizzato con un liposuttore, anche se limitarono il trattamento solo alla zona dei cosiddetti “cuscinetti”.
Infine, nell’anno 1977 il dottor Ives-Gérard Ylloux, chirurgo plastico parigino, iniziò a usare il metodo di Fischer, ma con un cambiamento molto importante: modificò la tecnica con l’introduzione delle canule a punta arrotondata (non traumatiche) e evitò, con questa variante, di produrre le importanti irregolarità cutanee e i danni alle strutture nobili che causavano le cannule taglienti.
Era stata creata una delle tecniche piĂą rivoluzionarie nella chirurgia plastica: la liposuzione.Â
La tecnica della liposuzione si é evoluta ed è migliorata sotto vari aspetti negli ultimi anni, come dimostrano i risultati sempre più soddisfacenti e completi che si ottengono, tanto da avere esteso la sua applicazione al trattamento di quasi tutti gli accumuli di tessuto adiposo.
Ed è proprio lo specialista in chirugica plastica il professionista preparato per correggere e migliorare le caratteristiche della sagoma corporea con l’utilizzo di questa tecnica.
Conoscere il tessuto grasso
Teoria dell’adipocita
Il numero delle cellule grasse con le quali nasciamo si incrementea fino all’epoca della pubertĂ , quando questo aumento si ferma per restare invariabile per il resto della vita.Â
La cellula ha la capacità di aumentare le sue dimensioni, per cui il paziente obeso nella maggioranza dei casi (80%) ha un tipo di obesità chiamata “ipertrofica” (aumento delle dimensioni delle cellule grasse). Tuttavia c’è un aumento, che si dice “critico”, in cui questa maggiorazione provoca la moltiplicazione del numero di cellule grasse e ha come effetto, almeno nel 20% degli obesi, dell’apparizione di un tipo di obesità chiamata “iperplastica” (aumento del numero e del volume delle cellule grasse).
Distribuzione del grasso
E’ diversa secondo la condizione genetica, la razza, il sesso è influenzata dell’ambiente, dalla dieta, dai processi di invecchiamento e dall’azione ormonale (sia di carattere normale che patologica).
Nel caso dell’influenza genetica, si è vista la predisposizione di figli di obesi a soffrire a loro volta di qualche grado di obesità o lipodistofia. Si sa anche dell’esistenza di zone corporee nelle quali è molto difficile diminuire il volume, anche con diete o esercizio stretto; esso sembra essere dovuto all’esistenza di alcuni “recettori” speciali nelle cellule adipose, che potrebbero facilitare la diminuzione del loro numero o al contrario la loro permanenza.
Anche la “razza” manifesta cambiamenti nella distibuzione del tessuto grasso.Â
Così, nella razza bianca, anglosassone, si vede maggior localizzazione nella parte bassa dell’addome, nella razza nera c’è un gran accumulo specialmente nella zona dei glutei, mentre nella razza indiana o latina si vede maggior accumulo nel giro di vita e nei fianchi. Al contrario, l’asiatico la presenta maggiormente nel torace e nella parte alta dell’addome. Â
La dieta e l’esercizio fisico influenzano la comparsa e la distribuzione del tessuto grasso.
Cattive abitudini alimentari combinate con una vita sedentaria facilitano la comparsa di accumuli di grasso in qualsiasi zona corporea. La mancanza di esercizio inoltre, ha la tendenza a far perdere “massa muscolare”, che senza dubbio è rimpiazzata da “massa grassa”.
Una dieta adeguatamente proposta, in modo individualizzato, permetterà a chi la fa di mantenere introiti di calorie, proteine e grassi sufficienti per non vedere peggiorato nessun aspetto funzionale dell’organismo.
L’esercizio ha un triplice effetto: aiuta a eliminare più facilmente l’accumulo di grasso, sia in modo generalizzato che localizzato (secondo l’esercizio scelto); aumenta la massa muscolare, in certa misura, rimpiazzando la massa grassa e migliora lo stato della circolazione linfatica e venosa (ritorno venoso) in tutto il corpo. E’ vero (alcuni lo affermano) che aumenta anche l’appetito, ma è dimostrato che il peso nel paziente che fa esercizio è sempre di un 20 o 25% minore del peso del paziente sedentario.
E’ importante considerare anche le differenze di distribuzione del grasso secondo il sesso.Â
Nella donna, l’influenza ormonale fa sì che si localizzi principalmente su fianchi, cosce e glutei, è il cosiddetto modello ginecoide.Â
Nell’uomo la localizzazione è preponderante nella parte alta del corpo, specialmente nell’addome superiore, si tratta del cosiddetto modello androide.
Effetti dell’invecchiamentoÂ
La pelle perde elasticitĂ , diminuisce la sua capacitĂ di retrazione e secondo la zona aumenta in quantitĂ , dando un aspetto di eccesso e flacciditĂ . A questo si aggiunge la comparsa di tessuto grasso agli arti e nella regione addominale. La massa muscolare diminuisce e viene rimpiazzata da tessuto grasso.
Anatomia del tessuto grasso
Il seguente disegno permetterĂ di conoscere l’anatomia del tessuto grasso, la sua distribuzione a strati e la sua irrigazione.Â
Il lettore deve anche sapere che l’anatomia del grasso varia nelle diverse zone corporee, nello spessore, per il contenuto di vasi sanguigni, nervi, ecc…; e’ la perfetta conoscenza di queste variazioni che fa comprendere al chirugo plastico le differenze di zona in risposta alla lipoaspirazione, così come anche le limitazioni.
Valutazione del paziente
La prima visita permette al chirurgo plastico di conoscere lo stato clinico della pelle e del tessuto adiposo nelle diverse zone del corpo (viso, collo, braccia, schiena, addome, vita, fianchi, “cuscinetti”, lato interno delle ginocchia, cosce e gambe) e valutare le caratteristiche in ogni area e la capacità di retrazione della pelle, l’elasticità , il turgore o spessore del tessuto grasso, la presenza di irregolarità nel contorno, la presenza di cellulite, di smagliature, di cicatrici o di cambiamenti nella pigmentazione cutanea che indubbiamente possono alterare positivamente o negativamente il risultato finale di questa tecnica in ogni zona trattata.
Il dialogo diretto con il paziente permette di conoscere le sue aspettative e i dubbi circa questo trattamento chirurgico e consente allo specialista di rispondere esaustivamente a tutte le domande che egli gli porrà . Va altresì informato il paziente sulle eventuali limitazioni esistenti (si realizza sempre una fotografia sulla quale si disegnano gli accumuli adiposi che bisogna rimodellare).
Il paziente dovrà essere messo a conoscenza che questa tecnica gli permetterà di diminuire gli accumuli antiestetici di grasso del corpo mediante l’uso di una canula di liposuzione, un apparecchio liposuttore e l’abilità del chirurgo plastico.
E’ importante che il paziente capisca che la liposuzione non è una tecnica per perdere peso, bensì una tecnica per rimodellare il contorno corporeo.Â
L’obesitĂ come malattia deve avere un controllo e un trattamento da parte di un’équipe multidisciplinare (psicologo-nutrizionista-endocrinologo-chirurgo generale e chirurgo plastico).Â
Questo tema così esteso merita la lettura, da parte del paziente affetto, di testi in cui se ne descrive il trattamento.
Il paziente ideale è quello che ha un peso molto vicino a quello normale, con una pelle dalla buona elasticitĂ e con accumuli di grasso, non esagerati, su addome, fianchi, cosce, ecc…, perchĂ© sarà “facile rimodellare o scolpire il suo corpo”, dato che il grasso è distribuito in modo localizzato.
Un cattivo paziente, per la liposuzione, è quello affetto da un sovrappeso importante, pelle non elastica, magari una malattia addizionale come il diabete o l’ipertensione arteriosa. Tuttavia, in questo paziente è possibile migliorare i volumi di fianchi, cosce, addome, braccia, schiena, viso, ecc…, facendo molta attenzione alla quantitĂ che si rimuove ogni volta e dandogli del tempo per la guarigione, lasciando passare qualche mesi tra un intervento e l’altro.
I volumi estratti maggiori di 2500/3000 ml, secondo le caratteristiche fisiche ed organiche di ogni paziente, possono “segnare” un limite massimo di aspirazione, in ogni caso, qualora fosse necessario, è possibile ricorrere all’uso di misure come l’autotrasfusione (sangue del paziente, estratto almeno due settimane prima) o la trasfusione di derivati sanguinei per ristabilire i livelli appropriati di sangue e globuli rossi.
Fra i due estremi di candidati alla liposuzione che abbiamo appena commentato, ci sono tutti quei pazienti con un sovrappeso leggero o moderato, questi sono buoni candidati perché possono migliorare sensibilmente il loro aspetto con un intervento ma, al tempo stesso, sarebbe necessario che si proponessero anche di effettuare un cambiamento nelle abitudini alimentari e sedentarie, tanto da rendere tale cambiamento duraturo e persistente nel tempo.
Domande rivolte piĂą frequentemente dai pazienti allo specialista
- La liposuzione elimina la cellulite?
E’ importante sapere che la cellulite è una patologia multifattoriale, ovvero con molte cause e fattori che ne influenzano l’insorgenza.
Fisicamente è la manifestazione della trazione meccanica dei “punti “ di ancoraggio dello strato superficiale del grasso alla pelle, che si riflette esternamente come “pelle a buccia d’arancia”.Â
Ha la sua spiegazione nel fatto che esiste una sorta di impalcatura divisa in piccole celle con un numero determinato di lobuli adiposi, separati fra loro da “tralci” verticali di tessuto fibrotico che aderiscono all’epidermide (strato piĂą superficiale della pelle).Â
Queste “celle” hanno la capacità di “deformarsi”, aumentando o diminuendo di dimensione (come una fisarmonica) in caso di aumento o perdita di peso andando a compromettere l’elasticità della pelle.
Ma se il grasso localizzato nel piano profondo aumenta di volume o i lobuli adiposi di ogni “cella” “ingrassano” a dismisura, i sepimenti restaranno comunque immutati e fissi e, per la pressione che subiranno dal basso, stireranno la pelle dando origine alla prime manifestazioni della cellulite.
La liposuzione può migliorare l’aspetto della pelle, ma non eliminare totalmente la cellulite.
- La liposuzione è un procedimento sicuro?
Attualmente, con i controlli medici, l’esecuzione di esami preoperatori e l’assistenza anestesiologica si può affermare che tale intervento sia sicuro.
- Il suo effetto è permanente?
L’effetto di tale intervento è duraturo nel tempo, le cellule adipose eliminate dalla liposuzione non si riproducono o riformano, poiché si genera tessuto cicatriziale al posto dello spazio precedentemente occupato dal grasso.
Tuttavia il paziente deve tenere conto che è necessario un “mantenimento” del risultato, con una dieta adeguata e la pratica di qualche tipo di esercizio, altrimenti si ingrasserà in modo non uniforme, creando un aspetto estetico non gradevole.
- E’ una tecnica dolorosa?
Il dolore nella zona su cui si è intervenuti è di regola lieve, simile all’indolenzimento quando si pratica molto sport e recede facilmente somministrando analgesici tipo paracetamolo (tachipirina).
- Si può realizzare la liposuzione in qualsiasi parte del corpo?
La risposta è sì.Â
Secondo il volume o la quantità di grasso si utilizzeranno diversi tipi di canula (piu o meno larghe di calibro) così come sarà diverso il tipo di anestesia (locale, sedazione o generale).
E’ il chirurgo plastico che decide esattamente le zone da trattare e con quale tecnica.Â
Lo specialista eseguirà una prova inziale chiamata pinch test, con la quale, con le dita della mano, valuta lo spessore dei tessuti e decide quanto tessuto adiposo può essere suscettibile di aspirazione in ogni area, tenendo conto che la cosa importante non è quanto si estrae, bensì quanto si lascia (difficile sarà rimediare in seguito ai cosiddetti “buchi”).
- Se compaiono lividi in quanto tempo spariscono? E il gonfiore?
Generalmente le ecchimosi (lividi) spariscono in due o tre settimane, la loro colorazione varia dai colori violaceo-verde-giallo, secondo i vari gradi di evoluzione nel tempo e si può accelerare la loro scomparsa con l’uso di creme specifiche.
L’edema dei tessuti solitamente sparisce in circa tre mesi, per cui il risultato definitivo sarà evidente sono trascorso questo periodo.
E’ solo dopo il terzo-quarto mese che si potrĂ valutare realmente anche l’esistenza di eventuali alterazioni secondarie all’intervento.Â
Durante il primo mese il paziente dovrĂ usare una fascia o guaina compressiva, in modo da favorire il corretto riposizionamento di tutti i tessuti.
- In quanto tempo potrò tornare al lavoro o condurre una vita normale?
Dopo la liposuzione si raccomanda la pratica di esercizi come il nuoto o la bicicletta, a partire dalla seconda settimana dall’intervento e si sconsigliano gli sport come quelli aerobici.
Il tempo utile per tornare alla vita normale è veramente breve.
Ad ogni paziente viene realizzata un’anamnesi completa, che include, fra i precedenti personali, la conoscenza dell’esistenza di malattie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, le malattie polmonari, le malattie circolatorie (trombo-embolie).
Infine, vengono realizzate al paziente fotografie di tutte le zone su cui si interverrà e dopo aver chiarito tutti i dubbi sulla tecnica e l’evoluzione, si richiede la firma del consenso informato.
Analisi pre-operatorie
Si richiedono sempre:
- Emocromo e coagulazione
- Elettrocardiogramma
Controindicazioni
– Gravidanza
– Patologia organica o mentale grave del paziente
– Alterazioni gravi delle analisi del sangue
– Controindicazioni da parte dell’équipe di anestesia
– ObesitĂ
Intervento
Marking del paziente
Il chirurgo plastico traccia i disegni al paziente in posizione eretta, questo gli permette di valutare le zone corporee dove è necessaria la liposuzione, così come le zone in cui bisognerà evitare di aspirare perché a suo giudizio sono normali o addirittura depresse e, poiché si cerca di migliorare il contorno corporeo, queste zone possono essere suscettibili di “riempimento” con lo stesso grasso del paziente aspirato e accuratamente preparato (tecnica del lipofilling).
In ogni zona corporea dove sia indicata la liposuzione, lo specialista realizza il pinch test. Questa manovra gli permette di valutare il turgore e l’eccesso di tessuto adiposo, così come la qualità della pelle.
Si chiede al paziente di realizzare una contrazione volontaria dei muscoli della zona su cui bisogna intervenire per evitare di aspirare troppo o troppo poco e soprattutto per evitare di incorrere, nel post-operatorio, ad una lassitĂ della cute.
Al termine del tracciato preparatorio si segnano la localizzazione delle incisioni di accesso delle cannule di liposuzione in zone non visibili, che saranno nascoste nelle pieghe naturali del corpo o dalla biancheria intima.
Tipo di anestesia
Può variare secondo la quantità di tessuto adiposo che bisogna aspirare e la zona in cui si interviene. In ogni caso si utilizza localmente una soluzione di fisiologica più adrenalina e lidocaina, in proporzioni e quantità adeguate per la zona su cui si interviene.
Questa soluzione anestetica permette inoltre l’idrodissezione del tessuto e facilita il passaggio delle canule e provoca vasocostrizione, utile per diminuire la possibilitĂ di sanguinamento secondario e la comparsa di lividi.Â
Tecnica chirurgica
In passato, la tecnica chirurgica prevedeva di lavorare solo sugli strati profondi del tessuto adiposo.
Attualmente , si è concertato che il trattamento chirurgico deve essere fatto per “strati”, inizialmente su quello più profondo per eliminare un volume sufficiente di grasso e, in seguito su quello superficiale per provocare una maggiore retrazione e favorire l’accomodamento delle pelle al nuovo contorno.
Si realizzano le incisioni nei luoghi prescelti e con l’aiuto delle canule si procede a eliminare il tessuto adiposo.
Le canule variano di diametro: quelle più grandi permettono l’aspirazione di grasso in modo più rapido, quelle più piccole in un modo più lento e delicato.
Con qualsiasi tipo di canula si realizzano “tunnel” incrociati nel tessuto adiposo per assicurare una liposuzione uniforme e maggiore retrazione cutanea, impedendo così la formazione di depressioni e irregolarità .
Prima di teminare l’intervento si osserva la superficie corporea e si verifica la sua regolaritĂ ; si “riempiono” le zone scelte durante il marking (se esistono) e si chiudono le incisioni mediante sutura.Â
Prima che il paziente si svegli, gli si colloca una fascia o guaina sul corpo sulle zone trattate.
In alcuni casi può essere necessario applicare drenaggi.
Il paziente viene poi trasferito in camera dove verrĂ assistito dal personale infermieristico dedicato.
Le prime ventiquattro ore
Il paziente resterĂ ricoverato seguendo un trattamento con antibiotici e analgesici per via endovenosa, l’équipe infermieristica controllerĂ i suoi parametri vitali (polso, frequenza respiratoria e pressione arteriosa) e lo specialista lo visiterĂ con regolaritĂ il per verificare l’evoluzione e l’adeguata posizione del bendaggio dato che è importante evitare la formazione di pieghe.Â
In casi di liposuzione di piccole zone, il paziente potrĂ essere dimesso prima di ventiquattro ore.Â
Secondo giorno
Il paziente viene dimesso dopo la valutazione dell’équipe di chirurgia plastica, con i medicinali e le raccomandazioni che dovrĂ seguire a domicilio fino alla valutazione nello studio dello specialista il quarto giorno.Â
Quarto giorno
Nello studio si verifica lo stato clinico e l’evoluzione delle zone operate, come pure delle incisioni chirurgiche, la presenza di lividi, edemi e dolore.
Prima settimana
Si tolgono i punti e si valuta nuovamente l’evoluzione generale.
Dalla seconda settimana a un mese
Il paziente potrà iniziare l’attività sportiva (nuoto o bicicletta) per migliorare la scultura delle zone operate, poiché la circolazione e il drenaggio linfatico naturali si attivano con il movimento muscolare .
Si raccomanderà anche il drenaggio linfatico da parte di personale qualificato per accelerare, in ogni caso, la rapida guarigione del paziente e il miglioramento dell’edema e dell’ecchimosi e quindi il ritorno alla vita normale.
La fascia dovrĂ essere portata obbligatoriamente per un mese, notte e giorno, fino al controllo dello specialista, momento in cui il paziente vedrĂ finalmente il risultato, anche se non sarĂ ancora quello definitivo.Â
Una volta che i lividi saranno spariti potrĂ esporsi al sole con protettori solari e una corretta idratazione della pelle.
Tre mesi
Il paziente attende che fattori come l’edema e le irregolaritĂ (dovute ancora al gonfiore) si correggano via via durante questo periodo.Â
Si raccomanda di praticare qualche attività sportiva, come anche una dieta equilibrata per migliorare il risultato dell’intervento.
Evoluzione a lungo termine
Il paziente viene controllato durante il primo anno ed al termine di questo periodo gli saranno consegnate alcune raccomandazioni per mantenere il risultato dell’operazione
principalmente non avere bruschi cambiamenti di peso (aumento o diminuzione), praticare una dieta adeguata ed esercizio.
ComplicanzeÂ
Si può parlare di complicazioni di carattere lieve e di carattere grave.
Complicanze lievi
- Dolore: le zone su cui si è intervenuti possono presentare dolore, specialmente in quelle di appoggio, per esempio glutei o fianchi, come risposta logica all’intervento. Si risolverà con l’uso di analgesici.
- Ecchimosi: i lividi faranno la loro comparsa per la presenza di sanguinamento lieve nella zona operata. Si risolvono soddisfacentemente nelle prime due settimane mediante l’utilizzo di sostanze specifiche.
- Edema: come risposta al trauma per l’intervento compare rapidamente, prima per l’infiltrazione della soluzione anestetica e poi per l’operazione in sè. Il trattamento consiste nell’uso di antinfiammatori e soprattutto di pazienza, poiché solitamente è presente per i primi tre mesi. Si capisce, pertanto, che le irregolarità che l’edema crea nell’aspetto della zona coinvolta possano preoccupare il paziente, ma gli si spiegherà che è un passaggio verso il miglioramento e che non è una cosa definitiva.
- Sieroma: l’accumulo di moderate o grandi quantità di liquido plasmatico può presentarsi quando si trattano grandi superfici corporee. Tuttavia, secondo il volume, solitamente si recupera in un tempo limitato.
- Ematoma: non è solitamente una complicazione frequente. Tuttavia, se si presentasse accumulo di sangue è consigliabile svuotarlo mediante puntura evacuativa per evitare complicazioni ulteriori come l’indurimento della zona, l’irregolarità secondaria e la possibilità di infezione.
- Infezione: si cerca di evitare questa complicazione con antibiotici dopo l’operazione e durante il postoperatorio.
- Anemizzazione: appare raramente, solitamente è dovuta a liposuzioni di grandi volumi (maggiori di 2500 a 3000 ml), in individui già carenti o soggetti spesso ad anemia si raccomandano implementazioni di ferro per via orale prima o dopo l’intervento.
- Irregolarità sulla superficie cutanea: se si presentano, saranno valutate dopo almeno tre mesi dall’intervento, momento in cui potranno essere suscettibili di “ritocco” mediante una nuova piccola liposuzione con anestesia locale o con un eventuale “riempimento” a seconda del caso.
- Perdita di sensibilitĂ : alcune zone possono manifestare un ritardo nel recupero della sensibilitĂ dopo la liposuzione. I nervi superficiali, nonostante sia una tecnica non traumatica, possono rimanere lievemente interessati, tuttavia in tutti i casi si recupera in breve tempo.
- Cicatrice antiestetica: in ogni punto di accesso delle canule, secondo le caratteristiche genetiche di ogni individuo, possono crearsi delle cicatrici “brutte”, a volte suscettibili di ritocco con anestesia locale.
Complicanze gravi
- Ipotensione e shock cardiovascolare: si possono presentare se si estraggono grandi volumi di tessuto grasso, se non si reinfondono quantità adeguate di liquidi o sangue o per l’ecceso di anestetico locale, a seconda del caso. Lo stretto controllo da parte dell’anestesista e del chirurgo plastico dovrebbero impedire l’insorgenza di tale complicanza.
- Tromboembolia polmonare: questa complicanza può comparire come effetto secondario di trombosi nel sistema venoso profondo del paziente. Il suo trattamento riguarda il medico anestesista, ma il chirurgo plastico cercherà di evitare che questa si presenti mediante lo studio accurato del paziente: un’anamnesi completa, oltre alle analisi accurate, che gli permettano di valutare alterazioni nel sistema di coagulazione.
- Embolismo grassoso: si presenta per l’ingresso di grandi quantità di acidi grassi liberi nel sistema circolatorio del paziente, che possono provocare “emboli” a livello polminare, cardiaco, cerebrale. La loro manifestazione rende imprescindibile il trattamento in un’unità di cure intensive. Anche in questo caso una buona anamnesi e l’attenzione a non oltrepassare i limiti del volume che si estrarrà e la superficie che si tratterà aiutano ad evitarlo, come pure realizzare l’intervento in un centro adeguato.
La liposuzione è una tecnica sicura?
Sì, lo è. Lo specialista in chirurgia plastica deciderà e realizzerà questo intervento con la certezza di conoscere tutti i diversi aspetti della stessa. Realizzando una corretta valutazione di ogni paziente, può offrire ciò che questi cerca e migliorare il suo profilo corporeo.