Mastoplastica riduttiva
L’intervento per ridurre il seno può suscitare commenti spiritosi da parte di persone poco consapevoli e un poco superficiali.
Lo sa bene chi si è sentita dire “ma figurati, con tutte quelle che darebbero qualsiasi cosa per avere un seno grande come il tuo! E pensa a chi paga per farselo ingrandire!”. In realtà, la decisione di farsi ridurre il seno, in pratica di farsi “togliere” un pezzetto di sé è frutto di un disagio molto forte, di un sentirsi caricate di una parte del corpo che si reputa eccessiva, che sentiamo estranea e che ci dà fastidio nello svolgere le normali attività quotidiane, come chinarci a raccogliere qualcosa o alzare le braccia per sistemare una valigia nel portapacchi del treno, per fare un esempio.
Chi ha un seno esageratamente grande e pesante lo avrà di conseguenza cadente, lo sentirà gravare sulla parte anteriore del corpo e avrà facilmente dolori alla schiena per il peso eccessivo e la necessità di forzare i muscoli a sostenere la massa della mammella.
Il seno particolarmente sviluppato non è una caratteristica delle donne sovrappeso, si può avere un corpo snello e un seno sproporzionato.
Molto spesso la relazione negativa con le dimensioni del seno inizia nell’adolescenza. La giovane donna inizia a vergognarsi delle sue forme e a coprirsi con maglie informi e di taglie superiori alla sua per occultare la massa in espansione. Dopo un po’ di tempo si raggiungerà il limite ritenuto “accettabile” dalla giovane e inizierà il suo dramma personale: portare sul proprio corpo una “massa” estranea e fastidiosa. Inizierà a non voler più fare educazione fisica, per non correre e non saltare, non avrà più voglia di andare al mare d’estate per non esibire il suo fagotto imbarazzante e il costume da vecchia signora che dovrà indossare e soprattutto non ce la farà più a sopportare i commenti più o meno maligni dei coetanei o lo sguardo compassionevole degli adulti. Il seno esageratamente grosso, o anche solo ritenuto tale per il proprio fisico, diventerà facilmente un’ossessione per la giovane e nell’età matura, con l’inevitabile cedimento della pelle, potrà essere fonte di grave sofferenza psicologica.
Per fortuna esiste la mastoplastica riduttiva, un intervento sicuro e dai risultati pressoché perfetti, che potrà cambiare il modo di sentirsi di una donna e di conseguenza il suo modo di relazionarsi con gli altri e con la vita stessa.
Valutazione della paziente
La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherà con lei, poi effettuerà un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherà quali sono i suoi desideri e le sue aspettative, soffermandosi in particolar modo su cosa la spinge a richiedere questo tipo di intervento (motivazione psicologica, estetica, funzionale).
Il chirurgo cercherà di spiegare nel modo più chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’operazione, in cosa consisterà il pre e il post-operatorio e risponderà in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrà nel corso della visita.
Nella pubertà e nell’adolescenza, per cause principalmente ormonali, lo sviluppo della ghiandola mammaria può essere asimmetrico in forma e dimensioni (ipertrofia verginale). Questa situazione produce alterazioni nel comportamento quotidiano e nelle relazioni interpersonali. Nella donna in età fertile la mammella può avere un volume importante (ipertrofia mammaria), che può influire in alcuni aspetti della sua vita oppure no. Con la gravidanza e l’allattamento, tuttavia, si producono cambiamenti come l’aumento di volume e il turgore e la successiva perdita di questo volume, associata alla flaccidità della ghiandola e la sua caduta (ptosi ghiandolare).
Se questi cambiamenti sono importanti saranno una buona indicazione per realizzare la riduzione mammaria e la pessi ghiandolare (innalzamento all’altezza esteticamente normale).
Nell’età matura della donna si producono cambiamenti alla mammella, con il venir meno dell’influenza ormonale, la tendenza naturale è l’aumento del volume e la “caduta” per l’aumento di tessuto adiposo, cosa che, secondo il caso, può risultare mal agevole per vestirsi e anche per la pulizia personale. Questo caso può essere un’altra indicazione per la tecnica della riduzione mammaria.
In ogni caso l’intervento cambierà la forma e la dimensione della ghiandola e dell’areola, così come la sensibilità, aspetto importante per la vita sessuale della donna.
Con la tecnica opportuna accuratamente realizzata, il chirurgo plastico rispetta e conserva i nervi incaricati di dare sensibilità alle mammelle, per cui si assicura che dopo un periodo di alterazione questa tornerà alla normalità.
A volte possono presentarsi periodi di ipersensibilità nei quali addirittura sfiorare gli indumenti causa fastidio, questa manifestazione è transitoria.
L’unico caso di perdita totale della sensibilità è quando per un volume eccessivamente esagerato, in pazienti molto obese o in menopausa, si deve proporre una tecnica che letteralmente “amputa” una parte del seno ed è necessario staccare l’areola e il capezzolo del tessuto e collocarli come un innesto nella “nuova mammella”.
Il pensiero delle cicatrici post-intervento da sempre provoca un po’ di ansia alla paziente che si preoccupa del risultato estetico finale, ma fortunatamente con il tempo le tecniche chirurgiche riduttive della mammella si sono evolute e perfezionate.
All’inizio importava poco il risultato estetico dell’intervento e si poneva tutta l’attenzione nel ridurre il volume. Oggi è di estrema importanza ottenere il volume e la forma adeguata della mammella, così come conservarne le caratteristiche estetiche.
Il progresso ha inoltre migliorato il risultato delle cicatrici grazie alle applicazioni delle nuove tecniche.
Il tipo di tecnica che descriveremo ci permette di ricollocare l’areola e il capezzolo all’altezza esteticamente adeguata, mentre la chiusura della ferita chirurgica permette di riposizionare la pelle fino a ottenere la forma conica della ghiandola.
Il chirurgo plastico nella prima visita informerà sempre la paziente che il risultato dell’operazione si modificherà con l’evolversi del post-intervento.
L’edema iniziale, il turgore, la forma della pelle che circonda le cicatrici e le cicatrici stesse, l’alterazione della sensibilità del seno con il tempo cambieranno. Nelle visite di controllo che si faranno durante il primo anno dall’intervento si osserveranno questi cambiamenti e si chiariranno i dubbi al riguardo.
Al principio potrà esserci asimmetria nelle dimensioni ottenute, ma poiché ogni mammella è diversa, lo sarà anche la loro evoluzione. Lo specialista ha le competenze necessarie per chiarire tutti i dubbi e le inquietudini che potrebbero attanagliare la paziente prima o dopo l’operazione.
Lo specialista spiegherà nel corso della prima visita anche le cure a cui la paziente dovrà sottoporsi dopo l’intervento: l’uso di un reggiseno adeguato per un mese, dopo aver tolto il bendaggio iniziale, mantenere la pelle della mammella idratata con regolarità, proteggere la cicatrice dai raggi solari, migliorarne il risultato mediante l’utilizzo di sostanze o materiali indicati, praticare sport dopo il periodo convenuto, ecc…
Nel caso di accertamenti strumentali di controllo come la mammografia, l’ecografia e la TAC, gli specialisti (il radiologo e il ginecologo) dovranno essere informati del fatto che si è subito un intervento e questo li aiuterà a capire con maggiore chiarezza i risultati ottenuti.
Nel pre-intervento il chirurgo plastico interrogherà la paziente per stilare un’anamnesi accurata, familiare e personale, remota e prossima allo scopo di individuare patologie che potrebbero modificare il corso dell’intervento o la sua evoluzione. In tal modo si evidenzieranno fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..), precedenti neoplasie nei consanguinei, altre patologie della mammella (malattia fibrocistica, mastite, ascessi, ecc.) e le alterazioni in relazione al ciclo mestruale (dolore, congestione e altre).
Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo.
In pratica interessa tutto ciò che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta.
Prima dell’intervento lo specialista scatterà delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto.
Ricordiamo inoltre che è necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista.